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la Pagina di
"Tredici...
a tavola!"
di Marc Gilbert Sauvajon



La trama

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Un salottino intimo, addobbato per le feste natalizie, di una villa del Boulevard Saint Germain, la sera della vigila di Natale.
Mancano due ore alla cena di mezzanotte. I padroni di casa: una fatua, giovane e bella signora e un incolore, premuroso e pacifico marito, si accingono a indossare gli abiti da pranzo, quando scatta l'ingenuo, ma impeccabile meccanismo: la prospettiva terrificante, per la superstiziosa signora, dei tredici a tavola. Che avviene dunque di comico in casa Villardier?
È Antonio Villardier a rendersi conto che tra invitati e anfitrioni si è in tredici, numero pericoloso, pare anche in Francia. Ed ecco gli sposi Villardier alla ricerca ansiosa di un quattordicesimo invitato, ricerca che si protrae per due ore, quante ne durano i tre atti della commedia.
Trovato un ospite, e si arriva a quattordici, subito ne sparisce uno dei precedenti e si ritorna a tredici.
O è il medico di famiglia che deve improvvisamente assistere una partoriente, o è un amico che va a sbattere con la sua automobile contro un muretto o è una moglie tradita che fugge. Ma poi sostituito il medico con una misteriosa ospite sud americana, incerottata la faccia dello sfortunato automobilista che arriva di corsa, sopraggiunto il marito traditore, gira e rigira si è sempre in tredici.
Sauvajon inventa o reinventa situazioni che fanno ancora ridere.
La sud americana è una vecchia amante del padrone di casa venuta a vendicare a suon di revolverate e di dinamite i torti subiti.
C'è in scena una bomba a orologeria che dovrebbe scoppiare da un momento all'altro e che per fortuna non scoppia mai.
C'è una moglie sciocca che grazie alla vendicativa sud americana torna ad innamorarsi del marito da cui si stava allontanando.
In conclusione, Sauvajon ha tenuto fede all'impegno, ha scritto tre atti svelti, piacevoli e divertentissimi.


La storia

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Tredici... a tavola! è stata rappresentata per la prima volta in Italia nel 1953 dalla compagnia "Calindri-Zoppelli-Volpi-Valeri".
Nel 1986 viene proposta per l'Estate Teatrale delle Compagnie Veronesi sul palcoscenico del Chiostro di S. Eufemia. Ne curava la regia Giorgio Speri, indimenticato maestro ed amico. La compagnia teatrale La Maschera la propone di nuovo a S. Eufemia nel giugno 1999.
Una seconda edizione, rinnovata, viene riproposta nel luglio 2004 a Corte Molon e nell'agosto 2004 ancora nel cortile di S. Eufemia (Estate teatrale veronese)


Personaggi ed interpreti

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Personaggi ed interpreti in ordine di apparizione:
Federico ⇒ Roberto Zamboni
Antonio Villardier ⇒ Claudio Gallio
Maddalena Villardier ⇒ Mara Seghetti
Dottor Peloursat ⇒ Eddi Rizzati
Consuelo Koukouwsko - Dolores ⇒ Francesca Spezie
Veronique Chambon ⇒ Anna Svizzero
Giancarlo Chambon - Doupallion ⇒ Cataldo Russo
Regia ⇒ William Jean Bertozzo
Assistente alla Regia ⇒ Giuliana Gasparon
Assistente di scena ⇒ Laura Zanella
Costumi ⇒ Sartoria Vita
Musiche ⇒ Claudio Gallio


La critica

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Al cenone di Natale organizzato dai coniugi Villardier nel loro lussuoso appartamento ne sono successe di tutti i colori, ma non solo perché all'ultimo minuto, per una serie di inconvenienti, la padrona di casa si è accorta che i commensali sarebbero stati tredici, numero ritenuto dalla padrona di casa molto sfortunato quando si tratta di mettere mano a forchetta e coltello, bensì per l'arrivo inaspettato di un scomoda "intrusa", una vecchia fiamma del padrone di casa e da lui lasciata in gioventù senza troppe spiegazioni. Al Chiostro di Santa Eufemia, per la rassegna Teatro nei cortili la commedia brillante "Tredici a tavola" del commediografo Marc Gilbert Sauvajon ha strappato forti applausi al caloroso pubblico che ha accolto questo felice debutto della compagnia La Maschera con entusiasmo. Divertente, ben congeniato e scorrevole, il lavoro ha avuto come punto di forza i bravi attori Mara Seghetti e Roberto Zamboni ai quali ha tenuto testa la "caliente" Francesca Spezie nel ruolo della "pasionaria", dalla buffa parlata spagnoleggiante, venuta dall'America Latina con la pistola nella borsetta da sera per vendicarsi dell'onta subita. Ridendo e scherzando, insomma, la bizzarra commedia in tre atti è riuscita non solo a mettere a nudo le convenzioni sociali di una certa borghesia arricchita abituata ai riti e ai convenevoli nei riguardi dei propri amici e conoscenti, ma ha giocato con stile e autoironia appunto con la superstizione che può condizionare la vita delle persone, come abbiamo visto nel caso di Maddalena Villardier disposta a tutto pur di evitare al proprio desco il "fatidico numero". Godibile e spensierata, la recitazione ha retto in crescendo fino all'ultima battuta e quel pizzico di suspence che non manca mai in questi canovacci "rosa-noir" ha contribuito alla buona riuscita dell'opera che replicherà fino all'8 agosto 2004 con inizio sempre alle 21,15.
Michela Pezzani (L'Arena di Verona)


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